La vicenda del bando europeo per pattugliare le strade sarde durante la campagna antincendio voluto dalla Regione Sardegna sta mettendo sempre più in difficoltà l’assessore Gianni Lampis, che proprio ieri in una nota ha così dichiarato: “Il bando nasce per rafforzare la capacità operativa delle strutture regionali, per la prevenzione e la lotta attiva agli incendi boschivi, attivando un pattugliamento lungo le strade statali e provinciali maggiormente esposte – ha aggiunto l’assessore Lampis – Si tratta di un progetto sperimentale per il 2022, che abbiamo inizialmente pensato di affidare al mondo del volontariato, ma ci siamo resi conto, anche in virtù delle loro segnalazioni, che non possiedono mezzi adeguati”.
Dopo aver letto questo, infatti, è normale chiedersi: quindi l’assessore sostiene che i mezzi antincendio attualmente impiegati per la lotta attiva non sono adeguati e quindi si ricorre a un bando esterno? Ma sarà davvero così? Per fare chiarezza lo abbiamo chiesto a Emilio Garau, Presidente della rappresentanza sarda del volontariato di Protezione Civile, ovvero il rappresentante di coloro che su quei mezzi ci viaggiano ogni giorno.
“Sono costernato dalle dichiarazioni dell’assessore – precisa Garau – e lo invito a chiarire nell’immediato la portata delle sue affermazioni. Secondo le sue dichiarazioni, se i mezzi non sono adeguati, da oggi noi non possiamo più fare antincendio. Probabilmente l’assessore è a conoscenza di cose a noi non note. Ma se non sono adeguati i mezzi che, tra l’altro sono forniti per il 50% dalla stessa Regione, mi chiedo che rischio stiamo correndo”.
Noi crediamo nella buona fede delle dichiarazioni dell’assessore, probabilmente si riferiva ai mezzi utilizzati dai barracelli; chiediamo allora al Presidente regionale dei Barracelli Giuseppe Vargiu.
Le parole dell’assessore erano indirizzate a voi? “Francamente non so di quali mezzi parli, quello che posso dire è che le compagnie barracellari hanno quasi tutte i loro mezzi, che sono revisionati, pagano le assicurazioni e possono circolare quindi non so a cosa possa riferirsi l’assessore quando dice di mezzi inidonei”.
Ma se la protezione civile, che tra l’altro ha i mezzi forniti dalla regione e anche i barracelli hanno i mezzi idonei, perché l’assessore ha commesso tale imprecisione e, soprattutto, perché procedere con questo bando?
Andiamo avanti, il mondo del volontariato è indispettito perché i volontari hanno sempre voluto fare il pattugliamento, ma venivano bloccati dall’apparato, dicendo che era antieconomico che non vi erano risorse sufficienti, eppure l’assessore nella nota inviata ieri afferma: “Si tratta di un progetto sperimentale per il 2022, che abbiamo inizialmente pensato di affidare al mondo del volontariato”. In sintesi, sarebbero i volontari che hanno rifiutato di farlo? Anche in questo caso l’assessore viene smentito.
“Non siamo mai stati sentiti, anzi eravamo noi a parlare di pattugliamento perché è importante far vedere la nostra presenza e fare prevenzione attiva, ma il pattugliamento veniva attivato solo in condizioni di criticità estrema e a farlo era la centrale operativa spesso su segnalazione dei sindaci, ma il pattugliamento non veniva fatto quasi mai perché antieconomico ma soprattutto non si attivava con allerta gialla o arancione” afferma Emilio Garau che aggiunge “abbiamo oltre 300 mezzi disponibili che potrebbero garantire la copertura di tutta la Sardegna a un costo di gran lunga minore, noi siamo disponibili, lo siamo sempre stati, sarebbe bastato stanziare il dovuto per carburante e per le manutenzioni e si sarebbe potuto partire già da mesi”.
E i barracelli: “Noi nel territorio ci siamo sempre 24 ore su 24, diciamo che noi ci rapportiamo più con il sindaco che con la centrale operativa regionale, ma il servizio è sempre garantito” dice Giuseppe Vargiu.
L’assessore cerca di giustificare una scelta che pare sia solo sua perché molti consiglieri regionali non la condividono e la stessa Lega prende le distanze: “Sulla campagna antincendio e il presidio delle strade agli esterni sarebbe meglio un nuovo confronto per decidere se sia realmente utile e necessario”, questa la dichiarazione di Dario Giagoni, Segretario della Lega in Sardegna.
La maggioranza si defila e l’assessore rimane solo ancora a combattere, ma nel bando dei sedici mezzi c’è un’altra cosa che salta agli occhi. Le due persone che faranno pattugliamento potranno anche intervenire nell’arco dei 25 metri dal ciglio stradale ma la norma dice che per operare in sicurezza gli operatori che intervengono devono essere almeno tre.
“Bella domanda, a noi hanno sempre detto che per operare in un incendio bisogna essere minimo tre persone, per questioni di sicurezza ci può essere un appoggio con due persone ma in quel caso sarebbero i due di appoggio che si aggiungono agli altri. Insomma, forse è cambiata la norma e noi non siamo stati informati e quindi è bene che per evitare incidenti che ce ne stiamo a casa perché ora non si capisce più nulla” tuona Emilio Garau
Garau non ha tutti i torti, in mezzo al caos bisogna prima di tutto tutelare la salute dei volontari e il rispetto delle norme, è fondamentale e quindi bisogna uscire durante le prime fasi di spegnimento in tre o in due?
Altra domanda che purtroppo è doveroso porsi, se i mezzi non sono adeguati, come dichiara l’assessore Lampis, è possibile che l’incidente stradale accaduto due anni fa a Pabillonis dove ha perso la vita un giovanissimo volontario possa essere riconducibile a tale inadeguatezza, considerato che si recava con altri volontari a spegnere un incendio?
C’è anche da chiedersi perché tutta questa fretta per questo bando da quasi due milioni di euro visto che la centrale unica di committenza ha espresso l’indisponibilità ad espletare la gara perché mancavano i tempi necessari?

Noi siamo a disposizione per dare voce a tutti con la speranza che venga fatta chiarezza una volta per tutte e che i volontari tornino sul campo a spegnere gli incendi perché la loro opera non è solo necessaria, ma fondamentale.