I provvedimenti varati dal Governo Meloni per controllare speculazioni sui prezzi dei carburanti alla pompa non è piaciuta per niente ai benzinai. Diverse organizzazioni sindacali a cui fanno riferimento i benzinai sono sul piede di guerra e hanno minacciato una serrata per i giorni 25/26 gennaio. Probabilmente lo sciopero verrà confermato. Il governo sta cercando una soluzione e non sembrerebbe escluso neppure un passo indietro per tornare alla situazione precedente con un abbattimento parziale delle accise. Sicuramente i gestori delle stazioni di servizio sono l’anello debole della catena di distribuzione dei carburanti, ma ancor di più lo sono i semplici cittadini, alle prese con un’inflazione che sembra non intenda fermarsi e che l’aumento del costo dei carburanti aggrava ulteriormente. Gli aumenti del carburante stanno pesando tantissimo sulle fasce sociali più deboli, soprattutto su coloro che per lavorare non possono fare a meno dall’usare la propria auto. Anche l’ANGAC -Confsal, tramite il suo presidente Giuseppe Balia ha divulgato un comunicato stampa che contesta il provvedimento del governo centrato sul controllo delle stazioni di servizio. La proposta ANGAC (Associazione Nazionale Gestori Autonomi Carburanti), si legge nel comunicato stampa, “Sposa il principio di trasparenza voluto dal governo, tende a fare chiarezza sulla formazione dei prezzi, e chiede un correttivo al governo stesso. ANGAC non è innamorata della forma (pubblicazione del cartello sull’impianto) perché ci rendiamo conto che, sia il decreto pubblicato che un eventuale aggiunta di altri cartelli creerebbe confusione all’utenza e risulterebbe essere un’ulteriore incombenza inutile in capo al gestore. Angac, con la sua proposta, mira al principio della conoscenza delle dinamiche che compongono il prezzo, in modo tale che il gestore non venga più additato come speculatore e non solo. La proposta, se recepita dal governo, farà emergere tutte le distorsioni e le alterazioni che esistono nel settore. La conoscenza del prezzo di cessione comunicato al ministero sotto qualsiasi forma dà la possibilità al consumatore di capire come funziona il mercato nella distribuzione dei carburanti, farà emergere le disparità di trattamento all’interno della stessa bandiera, il misero margine del gestore impossibilitato a fare concorrenza, darebbe la possibilità al gestore di giustificare l’eventuale incongruenza con il prezzo medio ministeriale ed evitare le accuse da parte dei consumatori. Inoltre tale proposta, se va in porto, è propedeutica a rivisitare tutti gli accordi commerciali e normativi in essere. Angac, in questo momento è fiduciosa nell’ interlocuzione con il governo, ma nel caso in cui non recepirà i nostri correttivi, convocheremo l’assemblea e decideremo insieme la forma di protesta.”
