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    Arbus, nasce la birra artigianale “13 Giugno” nel segno della devozione per Sant’Antonio

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    Tre giovani arburesi sono da qualche tempo diventati molto noti per avere creato, con materia prima locale e assolutamente genuina, alcune qualità di birra prodotta artigianalmente e marcata “Arabus Beer”. Stiamo parlando di Alberto Pinna, Matteo Cancedda e Omar Putzolu. Un forte attaccamento al territorio e alle tradizioni locali è stata probabilmente la chiave di volta che li ha portati al successo per la birra che producono. Si sono rivelati particolarmente bravi e professionali nel diffondere attraverso i social i reel (brevi video) per pubblicizzare i loro prodotti. Sabato 7 giugno hanno presentato la loro ultima creatura: la birra “13 giugno” che verrà commercializzata a far data appunto dal 13 giugno, giorno della festività di Sant’Antonio. La festa di Sant’Antonio ad Arbus è particolarmente sentita. E’ molto conosciuta, non solo a livello locale. Il simulacro del santo di Padova, posto su un cocchio trainato da due buoi addobbati a festa, viene portato in processione dal centro abitato di Arbus fino alla sua frazione di Sant’Antonio di Santadi dove si trova una chiesa a Lui dedicata. La processione preceduta dal cocchio col simulacro del santo, seguito da alcune migliaia fedeli e dalle tradizionali traccas sarde, percorre ben 33 chilometri prima di arrivare alla frazione posta al limite dello stagno di Marceddì e a pochi chilometri dal mare di Pistis e Torre dei Corsari. I giovani di Arabus Beer hanno avuto l’originale idea di creare una birra che richiamasse appunto la festività di sant’Antonio inserendo fra i suoi componenti una piantina officinale tradizionale locale la “Maria Luisa”, il cui profumo caratteristico si sente intensamente nel corso delle processioni, soprattutto quando i fedeli nel calpestare i fiori e le erbe dell’infiorata amplificano il suo profumo. Nel corso della presentazione condotta da William Collu con il ruolo anche di intervistatore, I giovani di “Arabus Beer” hanno ripercorso le varie tappe che li hanno portati a produrre artigianalmente la birra ed a raggiungere una buona notorietà fra gli amanti di tale bevanda. Il primo intervento è stato di Alberto Pinna che nel suo discorso fra le altre cose ha detto: “L’idea progettuale è nata nel 2013 assieme a mio fratello. Poi per diverse ragioni e perché eravamo ancora piccoli non è andata avanti. Successivamente ho avuto occasione di fare esperienza in un birrificio e da lì è nata la passione per la birra artigianale”. “Dopo l’esperienza del covid che ha cambiato la vita un po’ a tutti, sono rientrato ad Arbus. Ho incontrato Matteo ed è soprattutto lui che mi ha spinto a mandare avanti il progetto “Arabus Beer”. Abbiamo così cominciato a fare la birra in casa con la “Pinnedda”. Per le prime settimane siamo rimasti in due poi Matteo un giorno ha avuto modo di parlare con Omar ed anche lui è stato coinvolto nel progetto. Ci conoscevamo già da molti anni ma il portare avanti il progetto della birra artigianale integrata nel territorio arburese ci ha unito ancora di più”. “Il progetto “Arabus Beer” – continua Matteo Cancedda ha un forte legame col territorio. Con le nostre birre vogliamo dare un contributo al nostro territorio facendolo conoscere attraverso le bellezze naturali, rappresentate anche nelle etichette delle nostre birre, come il monte “Arcuentu” e le nostre coste meravigliose. Lo stesso nome del Progetto è un chiaro richiamo a quello che forse era il nome originario del nostro paese “Arabus”. A proposito della loro amicizia interviene Omar: “In realtà facciamo esattamente ciò che facevamo da piccoli, ma ovviamente trattando argomenti più seri. Il progetto “Arabus Beer” ci unisce fortemente, ma talvolta ci confrontiamo anche molto vivacemente quando le opinioni dei singoli contrastano con quelle degli altri componenti. In questi casi è Matteo che fa da parafulmine. Devo dire però che Matteo è anche l’amico che più ci sprona a proseguire col progetto nei momenti in cui siamo in difficoltà”. Fra le varie domande che William Collu ha posto agli artigiani arburesi della birra una ha riguardato il tipo di birra prodotta. Alberto Pinna ha sottolineato che gli ingredienti di base sono fondamentali, ma ha precisato che c’è una bella differenza tra birra filtrata e pastorizzata e la birra prodotta per il progetto “Arabus Beer” in quanto non è né filtrata né pastorizzata…è una birra “viva”. “Non è un caso – ha sostenuto Pinna – che talvolta i clienti possano trovare delle leggere differenze nel sapore della birra tra una produzione e l’altra. In questo senso la nostra è una birra unica”. La parte finale della manifestazione è stata dedicata alla presentazione della nuova birra del progetto Arabus Beer, “13 giugno”. Birra viva con una particolarità in tema con la festività di sant’Antonio. Una birra dal leggero sapore della pianta “Maria Luisa”, gustosa e dissetante. Al termine della presentazione il pubblico che ha partecipato all’evento ha potuto degustare gratuitamente la nuova e particolare birra ed ha elogiato ancora una volta i giovani birrai arburesi per la formula azzeccata utilizzata per la birra “13 giugno”. Osservando l’etichetta che riproduce un’immagine della festa dedicata a sant’Antonio appare evidente l’intento di omaggiare un Santo che è nel cuore degli arburesi e di tutte le popolazioni che gravitano intorno alla frazione arburese di Sant’Antonio di Santadi e per ricordare una delle più belle feste tradizionali della Sardegna.

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