Quello che stiamo vivendo oggi è un momento storico caratterizzato da forte dinamicità, in alcuni casi, talmente elevata da rappresentare una vera fonte di destabilizzazione, per privati e aziende.
Se prima, ogni livello di organizzazione sembrava statico, con scambi lenti e ben strutturati, oggi le sfumature si fanno sempre più sfocate e anche all’interno delle imprese, quello che sembrava andar bene per anni, oggi non vale più.
Questo, chiaramente, investe anche il contesto lavorativo e professionale, dove si stano riscrivendo le regole della presenza in azienda, grazie all’aumento del lavoro ibrido, solo per citare una trasformazione, e le nuove generazioni portano con sé visioni inedite di carriera e benessere.
C’è bisogno, allora, più che in passato, di punti fermi che mantengano il centro della visione strategica aziendale e nessuno, più di un HR Manager sembra in grado di ricoprire questo ruolo in modo efficace.
Agli albori, questo ruolo era spesso relegato a un funzioni amministrative e burocratiche, oggi, invece, il dipartimento risorse umane è il motore che gestisce il cambiamento, il filtro umano tra tecnologia e produttività e, allo stesso tempo, il custode della cultura aziendale.
Sembra quasi una figura mitologica, eppure il responsabile delle risorse umane si è guadagnato questa posizione non senza fatica, ma affinando e ampliando le proprie competenze in una direzione che lo ha spogliato dal gelo delle procedure burocratiche asettiche, fino a renderlo umano, capace come pochi, in azienda, di relazionarsi efficacemente alle persone, oltre l’immagine di professionisti.
Le competenze richieste a chi lavora nelle risorse umane, dunque, sono diventate più articolate. Non bastano più conoscenze legate alla giurisprudenza del lavoro o capacità di selezione, ma strategia, alfabetizzazione digitale, capacità di analizzare dati legati a performance e clima interno, sensibilità ai temi della diversità, dell’equità e dell’inclusione.
L’HR è colui che si occupa del re-skilling e dell’up-skilling dei lavoratori, sostenendo la formazione continua, per rispondere alla trasformazione delle competenze richieste.
È diventata, insomma, la voce che si fa carico del benessere psicosociale, dello sviluppo di leadership autentica, della prevenzione del burnout, il presidio del dialogo, anche in tempi di incertezza economica e di instabilità globale.
Per tutte queste ragioni, chi opera o vuole operare in ambito HR, si trova al centro di una delle sfide più stimolanti del nostro tempo, interpretare il presente, immaginare il futuro del lavoro, ascoltare i bisogni e prendere decisioni giuste.
Che si operi in questo comparto già da anni o ci si affacci con l’entusiasmo di un neolaureato, scegliere il percorso giusto per allineare le competenze a queste nuove esigenze è tutta una questione di informazione, osservazione e aspirazione personale.
Serve, infatti, una formazione che vada ben oltre la trasmissione classica di competenze, per arrivare a costruire identità professionali.
Esattamente questa è l’impostazione scelta da 24ORE Business School, per la progettazione del Master in Gestione Risorse Umane, rivolto a chi vuole trasformare la funzione di mero gestore di lavoratori in uno spazio di impatto e significato e per l’azienda.
Il valore di questo master risiede soprattutto nell’approccio esperienziale e trasformativo, che pone il programma come guida per i partecipanti a sviluppare una visione sistemica del ruolo HR, accompagnandoli passo dopo passo in un processo di crescita personale e professionale.
Tra i punti di forza spicca l’estrema attenzione alla dimensione relazionale, dai laboratori di comunicazione efficace ai moduli dedicati alla leadership empatica, passando per momenti di confronto con esperti e colleghi provenienti da settori differenti.
Tutti elementi che contribuiscono ad arricchire il bagaglio individuale e contribuiscono a sviluppare una rete solida, utile e duratura tra studenti, anche una volta concluso il master.
Scegliere un percorso di questo tipo significa diventare protagonisti delle trasformazioni del lavoro, potendole anticipare e investire energia seguendo la direzione giusta, in un’epoca di profonde trasformazioni economiche, aziendali e professionali.