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    Le mamme scrivono alla ASL: “I nostri bambini non sono numeri di una graduatoria”

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    Un gruppo di mamme ha deciso di rompere il silenzio con una lettera aperta indirizzata alla ASL del Medio Campidano, denunciando la decisione improvvisa di sostituire la logopedista del servizio di neuropsichiatria infantile. Una scelta che, secondo le famiglie, rischia di compromettere la continuità terapeutica dei loro figli e di vanificare il delicato rapporto di fiducia costruito nel tempo con la professionista. Nelle loro parole, un appello accorato affinché la sanità pubblica non dimentichi il valore umano che si cela dietro ogni decisione amministrativa.

    Come sempre, riportiamo integralmente la lettera, per dare piena voce ai nostri lettori.


    Lettera aperta delle mamme indignate per il cambio improvviso della logopedista in neuropsichiatria infantile.

    Siamo mamme che ogni settimana portano i propri bambini presso il servizio di neuropsichiatria infantile della nostra ASL. Da tempo i nostri figli seguono un delicato percorso di terapia con la logopedista Francesca, una professionista competente, sensibile e capace di instaurare con loro un rapporto di fiducia che, per chi vive certe fragilità, è tutto.

    Eppure, come troppo spesso accade, le decisioni calate dall’alto sembrano non tener conto delle persone. Abbiamo appreso con sconcerto che la dottoressa Francesca verrà spostata, per ragioni legate – ci è stato detto – a graduatorie e assegnazioni interne. Al suo posto arriverà un’altra logopedista. Nessuno mette in dubbio le sue capacità, ma il punto è un altro: come si può ignorare il valore umano e terapeutico di un legame costruito nel tempo?

    I nostri figli non sono cartelle cliniche da smistare, né caselle da spuntare in un organigramma. Sono bambini che hanno bisogno di continuità, fiducia e stabilità. Ogni cambiamento improvviso rischia di compromettere mesi, se non anni, di progressi.

    Noi genitori siamo stanchi di sentirci invisibili, di dover subire decisioni prese senza confronto, senza empatia, senza la minima considerazione per chi vive quotidianamente queste realtà. La ASLl parla di “servizio pubblico”, ma un servizio è davvero pubblico solo se ascolta le persone.

    Chiediamo che venga rivista questa decisione, o quantomeno che ci sia un dialogo chiaro e trasparente con le famiglie coinvolte.
    Non chiediamo favoritismi, ma rispetto per il percorso dei nostri figli e per il lavoro di chi li segue con dedizione.

    Perché dietro ogni decisione amministrativa ci sono storie, volti e piccoli cuori che meritano di essere ascoltati.

    Firmato
    Le mamme dei bambini seguiti in neuropsichiatria

    (logopedista Francesca)

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