Un film diretto da Paola Columba, interamente dedicato a Grazia Deledda, è stato proiettato in prima visione in alcune sale cinematografiche isolane e tra breve debutterà in quelle nazionali.
Protagonista del cast è Barbara Pitzianti, giovane ed esordiente attrice sarda nei panni della scrittrice nuorese, affiancata da Donatella Finocchiaro e da Giuseppe Boy, rispettivamente nei ruoli della madre e del padre di Grazia.
Un film che mette a nudo il coraggio e la lotta di una ragazza vissuta nell’entroterra sardo ottocentesco, la quale, con caparbietà e resilienza, riesce a trasformare “una vita piatta e incolore” in una vita piena, perseguendo sino in fondo la sua realizzazione di donna e di letterata.
L’ambiente familiare e quello sociale, arcaici e “soffocanti” vengono annullati sia dalla tenacia di Grazia e dalla sua voglia di riscatto, sia da una impeccabile dignità unita a una ostinata forza d’animo nel volere perseguire, con intrepida determinazione, il suo sogno di scrittrice.
Il concetto di lotta per l’emancipazione femminile e per l’autorealizzazione personale attraversa l’intera trama e la durata del film; nonostante la profonda sofferenza interiore legata alle difficoltà e agli ostacoli della sua condizione socio-familiare, l’autrice nuorese, senza mai rassegnarsi, persegue con caparbietà i suoi obiettivi, affrontando delle vere e proprie sfide con se stessa e con l’ambiente circostante.
In questo contesto familiare, dominato dai pregiudizi e dove anche solo leggere “è peccato”, Grazia avvia il suo percorso di narratrice con la pubblicazione a soli 17 anni di “Sangue sardo”, il racconto-debutto, e delle prime novelle sulla rivista “L’ultima moda”.
Questi scritti costituiscono un trampolino di lancio per i romanzi successivi: “Le Memorie di Fernanda”, edito a puntate nel 1888, e Fior di Sardegna che decreta l’inizio del successo nel mondo della letteratura e di tutta la carriera deleddiana.
Il lungometraggio, girato in lingua sarda nuorese antica, con la presenza di numerosi interpreti, offre uno spaccato fedele e verista della Sardegna ottocentesca e assume altresì un’alta valenza formativa per giovani e adulti. Grazia Deledda è l’unica donna e autrice italiana insignita del premio Nobel per la letteratura nel 1926: un esempio di vita nel realizzare il proprio sogno con tenacia e spirito eroico.






