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    A Gonnosfanadiga la TARI lievita e scoppiano le polemiche: “Paghiamo oggi per un aiuto domani”

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    A Gonnosfanadiga i cittadini non l’hanno presa affatto bene. Gli avvisi di pagamento della TARI 2025 sono arrivati nelle case con un aumento che ha acceso la miccia delle polemiche. Sui social è esplosa la rabbia: centinaia di commenti, domande e accuse, con un sentimento comune che serpeggia tra le righe – la sensazione di essere presi in giro.

    Il Comune ha tentato di spegnere l’incendio con un comunicato ufficiale, spiegando che la maggiorazione non è frutto di una scelta locale, ma di un “obbligo normativo imposto a livello nazionale”. A far discutere è la cosiddetta componente perequativa UR3, pari a 6 euro per utenza, introdotta dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e prevista dal DPCM 21 gennaio 2025, n. 24.

    Secondo quanto riportato dall’amministrazione, la somma servirà a finanziare il nuovo “Bonus sociale rifiuti”, uno sconto del 25% sulla TARI destinato alle famiglie con ISEE sotto i 9.530 euro (o 20.000 nel caso di nuclei con almeno quattro figli a carico). Il beneficio, tuttavia, sarà riconosciuto solo nel 2026, e in modo automatico per chi ne ha diritto.

    Insomma: i Gonnesi pagano oggi per consentire allo Stato di redistribuire – domani – quegli stessi fondi alle famiglie più fragili. Una formula che molti cittadini trovano difficile da accettare.

    “Ma che aiuto è, se prima devo pagare io di più?” si legge in un commento sui social.

    A peggiorare la situazione, il comunicato comunale aggiunge che l’aumento complessivo deriva anche da altri fattori: la messa in liquidazione della Villaservice spa, l’unica società che fino a poco tempo fa si occupava dello smaltimento dei rifiuti, l’aumento dei costi di trasporto e gli adeguamenti ISTAT.

    Tutto giustificato, forse, ma poco digerito. Perché – come sottolineano diversi Gonnesi – in altri comuni, come Sanluri, la voce “UR3” non compare e gli aiuti vengono garantiti con fondi propri, come avveniva in passato anche a Gonnosfanadiga.

    La differenza, in sostanza, è tra un aiuto che alleggerisce e un aiuto che pesa. E per i contribuenti, che in questi giorni fanno i conti con bollette e rincari, la differenza non è solo semantica. È concreta, e si sente nelle tasche.

    Nel frattempo, nei gruppi social del paese, il malumore cresce e qualcuno ironizza amaramente: “Altro che raccolta differenziata: qui l’unica cosa che differenziano è chi paga e chi incassa.”

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