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    Qual è la vera Italia?

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    Qual è la vera Italia? Quella andata in onda in pompa magna su Raiuno nel tardo pomeriggio con la diretta della Prima dalla Scala di Milano, oppure quella dei primi funerali pieni di lacrime e rabbia delle vittime dell’alluvione di Ischia inseriti a stento nei vari tg nazionali occupati tutto il dì a dare risalto alla partecipazione politica nel capoluogo lombardo? Il destino ha voluto che questi due eventi accadessero nella stessa giornata, a distanza di solo qualche ora. A Milano, la città tutta da bere e capitale della modernità italica che si vuole esportare nel mondo con il marchio del made in Italy, si è tenuto l’evento mondano più importante dell’anno. Erano presenti tutti i vertici dello Stato che dal loggione principale del teatro vestivano abiti di gran lusso e si godevano gli applausi degli astanti. Primi tra tutti il Presidente della Repubblica Mattarella, colui che deve rappresentare l’unità d’Italia, il Presidente del Senato, la Presidente del Consiglio, la Presidente della Commissione europea, il sindaco di Milano e il governatore della Lombardia. Tutti accompagnati da mogli e mariti, tranne Mattarella seguito dalla figlia. La Rai ha garantito da Milano una lunga diretta condotta dal gotha dei suoi presentatori, perfettamente in sintonia per presenza e soliloquio con l’evento. Tutto perfetto e all’altezza di uno spettacolo culturale così importante, ma molto lontano dalla cultura popolare media. Ogni cosa è stata pensata e confezionata abilmente per mostrarci la grandezza di Milano, delle istituzioni, del nostro saper fare, di un meraviglioso teatro, di una nazione che vuole contare e che sa vendere ciò che produce. Anche questo è marketing e anche tutto questo serve all’Italia per presentarsi all’estero e far alzare il proprio Pil. In platea sedevano tanti italiani per bene, ricchi professionisti, imprenditori, politici, neo ministri, alti funzionari e mega dirigenti dello Stato, artisti, soubrette, stilisti e via discorrendo. Fuori i soliti contestatori tenuti a bada da polizia e carabinieri in tenuta anti sommossa. Ad Ischia niente di tutto questo. Non c’era nessun rappresentante della politica, del governo, delle istituzioni, del made in Italy, del jet set ai primi funerali delle vittime della frana che ha travolto Casamicciola. I familiari non li hanno voluti al loro fianco e hanno rifiutato la proposta di tenere funerali di stato per ognuna delle vittime. Fosse dipeso dalla loro volontà ieri i politici si sarebbero divisi equamente e ben volentieri tra i due eventi, ma il popolo di Ischia non ha voluto partecipassero al loro dolore. Se fossero sbarcati sull’isola sarebbero stati accolti dai fischi, dalle urla, dalle proteste o, forse, dall’indifferenza generale di chi ha perso un proprio caro, un affetto o un’intera vita fatta di sacrifici. Milano è il centro del Mondo economico italiano, anche ieri è stato così. Ischia la periferia, quella che non interessa se non per andarci in vacanza qualche giorno o per parlarne quando accade una tragedia. Ricordiamoci una amara verità, le isole della nostra Italia sono sempre la periferia delle periferie del nostro Belpaese. Ci piace visitarle d’estate, trascorrervi le vacanze, sfruttare la loro bellezza e la loro selvaggia natura, usufruire del loro mare cristallino, per poi tornare comodamente a vivere dove c’è la vera vita quotidiana e lasciare gli isolani al loro destino fatto di scarto e abbandono. Gli abitanti delle isole sono sempre cittadini di serie C, sempre e comunque. Dobbiamo chiederci perché il popolo di Ischia ha rifiutato la politica e respinto al mittente la proposta dei funerali di Stato precisando che non gradivano la presenza di alcun politico. Perché è successo? Perché Milano ha accolto il Presidente della Repubblica con un’ovazione, sicuramente meritata, mentre ad Ischia hanno schifato la presenza di qualsiasi autorità ai funerali di coloro che sono morti per una calamità? Forse perché a Milano sono più vicini alle istituzioni dello Stato italiano che ad Ischia? Quale applauso o consenso italiano vale di più per le istituzioni? Quello di chi ha pagato fior di quattrini per accaparrarsi da mesi un posto a  sedere per la Prima della Scala oppure quello di colui che ha perso tutto in una frana durante un nubifragio che nessuno, almeno tra le istituzioni, aveva previsto potesse essere così tragico? Mentre a Milano si facevano i conti con lo stratosferico incasso, a Ischia gli angeli del fango tornavano a casa con gli stivali ancora inzaccherati e con nella mente le parole della toccante omelia del vescovo durante i funerali. È notizia di queste ore che per la Prima della Scala l’incasso è stato pari ad oltre 2,5 milioni di euro mentre lo Stato per ora ha deliberato di stanziare per l’emergenza Ischia solo 2 milioni di euro. A Milano si fa in fretta a far soldi, in periferia molto meno. Qual è la vera Italia tra quelle due andate in onda in tv? Non è una domanda retorica o dai fini populisti. Perché Milano ha tributato un grande saluto affettuoso e lusinghiero alla politica mentre ad Ischia si è rifiutata ogni loro presenza? E, si badi bene, non si è rifiutata la partecipazione di una certa politica ma persino quella delle istituzioni, di tutte le istituzioni. A Milano lo Stato era sul loggione a mostrarsi con orgoglio e prendersi gli applausi più o meno meritati, ad Ischia ha dovuto abdicare al suo ruolo perché rifiutato dal popolo ferito da una tragedia annunciata, una delle tante che non sarà, purtroppo, neanche l’ultima. Sono tutti segni questi. Dobbiamo prestare attenzione a quanto questi episodi ci raccontano perché quando lo Stato viene osannato da una parte del popolo e rifiutato da un’altra ciò significa che manca la coesione sociale, che c’è diffidenza, che non c’è unità. Ieri ad Ischia si è rifiutata la presenza dello Stato proprio in quel momento di massima condivisione di un dolore tragico che doveva essere comune. Di fronte a tale rifiuto la politica non poteva fare altro che disertare per rispetto di quella volontà, però doveva comunque dare un segno di vicinanza che non c’è stato tra lustrini, vestiti firmati, applausi, foto, interviste e tanto gossip. Non so se la politica e le istituzioni dello Stato abbiano o meno sbagliato a presenziare alla Prima della Scala mentre in un’altra parte del Paese si seppellivano i morti di una tragedia. Ognuno può pensarla come crede e ogni giudizio dipende principalmente dalle priorità valoriali che si vogliono sostenere. Anche se la presenza politica ai funerali è stata rifiutata dai familiari delle vittime questo non esimeva la politica e le istituzioni dal farsi prossimi al dolore e ai bisogni di chi ha subito tale tragedia. Permettetemi, per concludere, un inciso europeo.  Stona molto, in tutto ciò, la presenza all’evento della Presidente della Commissione europea che finora non ha visitato Ischia per portare la sua solidarietà. Certo non può farlo ovunque in Europa si verifichi una calamità o una tragedia, ma se tra i tantissimi impegni istituzionali si trova anche il tempo di assistere ad una Prima della Scala allora bisogna anche trovare il tempo per visitare i luoghi di una tragedia per portare non solo la solidarietà a parole ma anche quella materiale a chi ha perso tutto. Si è europei non solo a Milano, città multietnica e cosmopolita, ma anche in quelle isole del Mediterraneo che sono delle vere e proprie realtà di scarto abbandonate da tutti perché lontane da ciò che conta per la società di oggi, il  business.  

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