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    HomeAmbienteEnergia e ambiente, sottoscrizione accordo tra Regione, Università, Anci e Cal per...

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    Lavorare in maniera sinergica per la transizione verde e per una politica energetica calibrata sulle specificità dei territori: in quest’ottica, Regione Sardegna, Anci, Cal, Università di Cagliari e Università di Sassari hanno sottoscritto ieri, nella sede dell’Assessorato dell’Industria della Regione, un protocollo di intesa mirato all’aggiornamento del Piano Energetico e Ambientale Regionale della Sardegna (PEARS).

    “La firma di oggi – dichiara l’assessore dell’Industria, Anita Pili – segna l’inizio di un percorso comune per l’aggiornamento del Piano Energetico Regionale, in cui sarà determinante il ruolo delle amministrazioni comunali che ci aiuteranno a comprendere sempre meglio le esigenze delle comunità. Eguale importanza ha il contributo delle due Università sarde, del mondo delle imprese e del mondo sindacale, già parte del sistema di Agenda Industria, e allargheremo man mano i lavori a tutti quei soggetti portatori di interesse il cui contributo possa essere funzionale all’elaborazione delle nuove politiche energetiche”.

    “Sarà anche fondamentale  – prosegue Pili – coinvolgere le attività produttive, così come le scuole: proprio da queste ultime avrà inizio il nostro percorso di promozione delle iniziative mediante un’attività di diffusione della cultura della sostenibilità energetica e ambientale: parleremo di comunità energetiche e reddito energetico, spiegheremo perché è importante proseguire in questa direzione che mette al centro le autonomie locali. Questo percorso – aggiunge – sarà inoltre di supporto all’attività che la Regione sta avviando con il Governo nazionale nell’ambito della revisione del Decreto Energia, impugnato dalla stessa Regione in quanto il Governo Draghi non aveva tenuto conto delle nostre richieste basate sulle effettive esigenze e necessità in materia energetica: il confronto con i territori sarà utile quindi a finalizzare una proposta adeguata a queste necessità”.

    “Il tema dell’energia – spiega l’assessore dell’Industria – è ora prioritario. Il contesto regionale, nazionale ed europeo, con i mutamenti in tema di energia e sviluppo sostenibile e le ricadute sul quadro socio economico hanno reso necessaria la revisione del Piano Energetico e Ambientale della Regione rispetto ai nuovi scenari in materia di energia e clima, oltre al rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, la promozione prioritaria dell’efficienza energetica e della produzione di energia da fonte rinnovabile, in un quadro di transizione economica rapida. Tutto ciò che è energia è strettamente collegato all’ambiente: se non si risolvono le questioni energetiche non si risolveranno nemmeno quelle ambientali. Ciò assume un più grande significato in un territorio come la Sardegna il cui ecosistema è stato spesso oggetto di sfruttamento  da parte di imprese industriali che nulla hanno restituito ai territori e alle loro comunità.

    È notizia di questi giorni che le risorse del Just Transition Found, circa 400 milioni di euro, siano state ufficialmente trasferite al Sulcis. Speriamo che anche il supporto alle regioni, in termini di risposte e risorse, possa avere tempi rapidi per dare concretezza ai progetti. In particolare facciamo un appello sia al Governo Nazionale che all’Unione Europea affinché i territori della Sardegna centrale e settentrionale, che sono stati appunto i più penalizzati e deturpati, possano beneficiare di un’integrazione di risorse per la propria ripartenza”.

    “Il tema dell’energia e delle rinnovabili – ha aggiunto l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Marco Porcu – non può prescindere da una adeguata tutela ambientale e paesaggistica. Questo protocollo lavora proprio in questa direzione, ponendo gli opportuni presupposti affinché si possa costruire un equilibrio che, senza rigidi posizionamenti ideologici, accolga la sfida delle rinnovabili nel rispetto dei territori. Per farlo è indispensabile avvalerci del supporto del mondo accademico e scientifico, con le nostre Università, e di quello degli amministratori locali per valutare opportunamente l’impatto territoriale in ogni realtà”.

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