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    Elini, parte il “Progetto continuità” per sviluppare la libertà di espressione: tutti insieme per restituire al bambino lo spazio del gioco

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    “Progetto Continuità” per sviluppare la spontaneità e la libertà di espressione. Nella scuola dell’infanzia e nella 1^ classe della primaria di Elini, tutti insieme per restituire al bambino lo spazio del gioco.

    Promuovere lo sviluppo del bambino, incoraggiare il benessere dell’infanzia, valorizzando le funzioni del movimento, delle emozioni, quelle cognitive e sociali. Ancora prima della parola, le due forme principali di comunicazione del bambino passano attraverso il linguaggio corporeo e il movimento, unici mezzi per la formazione del suo pensiero. La psicomotricità è la disciplina che promuove la spontaneità e libertà di espressione attraverso il linguaggio del corpo ed il movimento rispettando e valorizzando la sua specificità.

    La pratica psicomotoria è una metodologia nata in Francia negli anni ’70, è una disciplina che mette al centro il bambino, il suo corpo, le sue emozioni e la sua intelligenza, aspetti tra loro profondamente connessi, che contribuiscono a sviluppare una personalità armonica e completa, che restituiscono al bambino l’esperienzialità che gli è stata negata, la capacità di iniziativa e la possibilità di errore.

    Il Progetto Continuità nato nella scuola di Elini sperimenta l’ambiente scolastico in un’ottica differente, migliorando non solo il benessere ma la motivazione dell’apprendimento stesso. Il programma che si basa sulla Psicomotricità Funzionale è promosso da Ogliastra Pedagogika in collaborazione con il corpo docente e il Comune di Elini e si svolge con la partecipazione dei bambini di 5 e 6 annidella Scuola dell’Infanzia e della classe 1^ della Scuola Primaria di Elini, affiancati dalla Psicomotricista Giuseppina Masala specializzata in Neuropedagogia dei Processi Cognitivi.

    Una volta alla settimana, per tutto l’anno scolastico, i bambini guidati dalla psicomotricista, vivono attraverso l’esperienza del gioco, l’apprendimento alla lettura e alla scrittura senza l’uso diretto dello strumento grafico ma con oggetti facilitatori come i cubi morbidi, i cerchi, i coni, i bastoni o i mattoncini e un grande tappeto per ricreare le condizioni il più possibile vicine alla realtà e utili per giocare spontaneamente. L’esperienza li guida nella strutturazione del loro schema corporeo vivendo con il corpo lo spazio, le proporzioni e le distanze. Nel corso inoltre, l’introduzione della psicomusica integra le esperienze motorie con il ritmo, i suoni e le emozioni e quindi con una comprensione profonda e piena di sè. L’originalità del progetto sta nel fatto che tutti i processi psicomotori sono al servizio e in funzione dell’apprendimento didattico.

    La realizzazione di questo progetto – dice il dirigente scolastico Alessandro Virdis – contribuisce a far sì che la nostra scuola compia un ulteriore passo avanti nel diventare sempre più accogliente e vicina ai bisogni formativi delle bambine e dei bambini che la frequentano. Grazie alle attività previste e alle professionalità coinvolte (docenti interni e psicomotricista) possiamo aiutare i bambini a sviluppare le loro capacità cognitive, sociali ed emotive. Un loro sviluppo psicomotorio sano potrà influire positivamente sull’apprendimento e sul benessere generale.

     “Dobbiamo restituire ai bambini lo spazio del gioco che gli è stato negato. Per loro il movimento è strettamente collegato alle emozioni, alle relazioni e agli affetti – dice Giuseppina Masala – La parola psicomotricità contiene infatti il concetto di movimento con uno scopo e con una progettualità. Prima si pensava al movimento come ad un fatto meccanico, ora sappiamo che la motricità contribuisce allo sviluppo emotivo e cognitivo dell’individuo. Pensiamo ad esempio al movimento di un neonato per toccare la mamma: esprime un intento, non si tratta solo di un esercizio muscolare, ma prepara a una relazione. Sono nella stessa ottica i tentativi di un bambino per lanciare una palla in relazione a una distanza, per calibrare un tiro o per raggiungere un luogo. Tutti movimenti che lo aiutano a percepirsi e a percepire lo spazio, le relazioni e in questo caso ad apprendere la letto – scrittura”.

    “Abbiamo sempre pensato che il bambino deve essere al centro dei nostri progetti – dice il sindaco di Elini Vitale Pili – e la disciplina della psicomotricità ha l’obiettivo di intervenire sulle emozioni che i bambini apprendono naturalmente attraverso il gioco. Abbiamo il dovere morale di restituire loro quello spazio di libertà e di percezione di sè che i tempi moderni gli stanno togliendo”.

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