Il sottosegretario all’Imprese e al Made in Italy Fausta Bergamotto aveva garantito massimo impegno e celerità nell’affrontare la vertenza che riguarda i siti industriali della multinazionale Glencore di Portoscuso e San Gavino Monreale. Il deputato sardo Gianni Lampis (FDI) in un comunicato stampa ha dichiarato: “Prendiamo positivamente atto che questo Governo mantiene le promesse e dopo giorni di interlocuzioni il tavolo istituzionale aperto ai rappresentanti sindacali è riconvocato per il prossimo 24 marzo.” “E’ importante – continua Lampis – affermare il principio secondo il quale la strategicità delle produzioni dei siti Glencore non possano comportare una diminuzione degli attuali livelli occupazionali sia diretti che dell’intero indotto. Uno scenario che comporterebbe devastanti conseguenze sociali nei territori del Sulcis e del Medio Campidano, già fortemente provati da una crisi economica che da anni logora queste comunità.” “Nel ribadire massima fiducia e apprezzamento nel lavoro sin qui svolto dal governo Meloni – conclude Il deputato Lampis – è auspicabile che tutte le parti coinvolte condividano un percorso proattivo e collaborativo scevro da qualsivoglia condizionamento ideologico o politico”. Recentemente c’era stato, nell’ambito di manifestazioni di protesta collettive, un blitz di quattro operai dell’area industriale di Portovesme che esasperati dal rischio di un possibile licenziamento di massa, erano saliti su una ciminiera a cento metri di altezza per salvare la fabbrica di piombo e zinco della Glencore, gruppo anglo-svizzero che gestisce attraverso la controllata Portovesme srl il sito in cui lavorano 1300 persone dirette più gli appalti. Il costo eccessivo dell’energia essendo la fabbrica fortemente energivora, determinerebbe la crisi aziendale. Per questa ragione le richieste fatta con forza al Governo dagli amministratori locali e le parti sociali riguardano soprattutto un intervento per i ridurre i costi dell’energia e consentire all’azienda di stare sul mercato.
