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    La globalizzazione complice del traffico di droghe

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    L’aumento dei flussi economici e commerciali ha causato un aumento esponenziale nel traffico delle droghe, facendo in modo che esse possano essere spostate in modo più veloce ed economico, rendendole alla portata di tutti coloro che le vogliano acquistare.

    Non è raro sentir parlare dei cosiddetti Cartelli della droga Sudamericani, vere e proprie organizzazioni criminali di stampo mafioso.

    È importante ricordare che l’illegalità delle sostanze, sia a livello medico che ricreativo, incentivi il traffico di esse fatto da organizzazioni criminali di stampo mafioso; con ciò si intende che se le sostanze fossero depenalizzate e/o decriminalizzate, non esisterebbero più questo tipo di criminali e morti causate da sostanze contaminate.

    La cannabis è legalizzata, decriminalizzata e depenalizzata solamente in due paesi Europei: Paesi Bassi e Malta; questo implica che, nonostante gli svariati studi che affermano che questa sostanza (se assunta nei modi corretti) non sia dannosa, i governi la ritengano ancora pericolosa.

    La teoria della Gateway Drug ancora si regge in piedi grazie a pensieri scorretti, che credono la cannabis come una droga di passaggio: se ci si fa le canne, sicuramente si passerà a droghe più pesanti come cocaina ed eroina.

    Se la convenzione internazionale sull’oppio del 1912 mirava a fermare il traffico di sostanze stupefacenti, l’utilizzo di esse non si è mai arrestato.

    Infatti, esistono vari tipi di sostanze:

    * stimolanti – entactogeni: cocaina, anfetamina, metanfetamina, mdma

    * depressanti: benzodiazepine, oppioidi, cannabinoidi, alcol

    * psichedelici: lsd, dmt, 2-CB

    * deliranti – dissociativi: ketamina, datura, salvia divinorum

    * designer drugs: sostanze con effetti simili a quelle sopracitate ma con componenti chimici diversi per sviare ai controlli legali.

    Il traffico di droghe non è nato con la globalizzazione, ma è decisamente aumentato e migliorato per via di questo fenomeno.

    L’abuso di sostanze esiste dall’alba dei tempi, ma gli eventi più conosciuti sono sicuramente le Guerre dell’Oppio in Cina, dove si utilizzò l’eroina pur di fermare gli

    oppiomani; o ancora, nell’epoca contemporanea, la crisi del fentanyl in America dove le sostanze vengono contaminate o tagliate con il Fentanyl (uno degli oppiacei più potenti al mondo).

    Con l’avvento de proibizionismo in vari paesi, c’è stata una crescita esponenziale di sostanze illecite e di contrabbando, compreso l’alcol negli USA.

    Esistono varie ragioni per cui le persone fanno utilizzo di sostanze stupefacenti, come il cosiddetto “self-medicating” in cui le persone utilizzano da sole droghe illegali o non prescritte per curarsi e alleviare il proprio malessere.

    Se assunte impropriamente, tutte le sostanze possono peggiorare il proprio malessere, come le benzodiazepine nel caso dell’ansia e della depressione (ansia da rebound).

    È per questo che esiste l’”harm reduction”, ovvero la riduzione del danno dove:

    * si educano le persone sulle sostanze assunte e i loro effetti

    * distribuzione di aghi puliti

    * laboratori di analisi in cui mandare le sostanze utilizzate in modo anonimo

    * distribuzione di Naloxone, in grado di ribaltare un’overdose di oppiacei.

    Inoltre, è a causa della politica del “Just Say No” (introdotta da Nancy Reagan, 1986) se le sostanze vengono viste come qualcosa di orribile.

    L’incessante campagna pubblicitaria da parte di svariate case farmaceutiche in America ha solamente contribuito alla crisi del fentanyl negli ultimi anni, creando tossico dipendenti giovanissimi, molti dei quali sono morti a causa di sostanze contaminate.

    Camilla Pisanu

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