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    Cagliari-Inter 0-2, si poteva fare di più?

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    Quando il direttore di gara Michael Fabbri, col suo triplice fischio, ha decretato la fine di Cagliari-Inter, in tanti si saranno chiesti se questa partita sia davvero mai iniziata per la squadra di Claudio Ranieri. Certo, uno 0-2 contro una squadra che solo due mesi e mezzo fa ha messo in seria difficoltà il Manchester City di Pep Guardiola in una finale di Champions League non è un risultato di cui vergognarsi. Ma è l’atteggiamento dei rossoblù, specialmente nel corso del primo tempo, che ha lasciato perplessi un po’ tutti, dai tifosi agli addetti ai lavori. Una neopromossa come il Cagliari non può partire con un tale timore reverenziale nei confronti delle big del campionato, ma deve provare a colmare il gap tecnico con la voglia di lottare su ogni pallone e soprattutto con la concentrazione. Concentrazione che è mancata, ad esempio, in occasione del palo di Lautaro Martinez, servito di testa in area di rigore, seppur involontariamente, da Makoumbou. E concentrazione che è venuta meno in occasione dei due gol, quando Dumfries prima e Lautaro poi hanno avuto vita troppo facile al cospetto di una difesa rossoblù vittima degli errori di alcuni suoi interpreti. Nella prima frazione inoltre Dimarco ha fatto il bello e il cattivo tempo sulla corsia mancina, a testimonianza del fatto che Ranieri deve lavorare su più fronti per sistemare il pacchetto arretrato, e non solo…

    Il Cagliari è andato via via migliorando nel corso della ripresa, complice il calo dell’Inter che ha controllato il match senza ulteriore dispendio di energie fisiche. Nandez è l’uomo chiave che ha determinato con la sua posizione le principali variazioni tattiche nello scacchiere rossoblù, Sulemana dopo l’errore in occasione del primo gol ha ripreso a garantire vivacità in mezzo al campo e Luvumbo ha offerto qualche spunto interessante in avanti, pur risultando sterile in zona gol come i suoi compagni di squadra. Sterilità confermata anche all’ultimo minuto prima del recupero, quando Azzi avrebbe potuto riaprire il match ma ha concluso debolmente verso Sommer.

    È un Cagliari forse troppo giovane? Mancano dei leader che possano trascinare la squadra nel massimo campionato? L’inserimento dei nuovi acquisti sarà il punto di svolta? Queste le domande poste in conferenza stampa a Ranieri, che si dichiara assolutamente tranquillo per il prosieguo della stagione. Possiamo forse, noi, non fidarci del condottiero che ci ha portato in soli cinque mesi dalle paludi della Serie B al Paradiso del massimo campionato? Così come dobbiamo fidarci del DS Bonato, impegnato in questi giorni nella definizione degli ultimi movimenti di mercato, tra cui l’ingaggio di una prima punta di livello per la Serie A.

    Detto che non sono queste le partite in cui il Cagliari deve costruire la permanenza nel massimo campionato, bisogna far tesoro dei propri errori e ripartire dalle cose buone messe in mostra nella prima di campionato in casa del Torino e in alcuni frangenti del secondo tempo della gara con i nerazzurri. Per fortuna c’è subito l’occasione per rimediare, sabato prossimo al Dall’Ara contro il Bologna. D’altronde, al contrario di quel che canta Graziano Romani, mica c’è solo l’Inter…

    Luca Pes

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