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    RIVA, L’ULTIMO VIAGGIO DI UN MITO INTRAMONTABILE

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    Un pomeriggio soleggiato, il mare di Cagliari, la Basilica di Bonaria, la sua gente. Pochi, semplici elementi hanno fatto da cornice all’ultimo viaggio terreno di Luigi Riva da Leggiuno, per i sardi diventato “Gigirriva” a partire da quei favolosi anni ‘60 in cui il Mito decise di legarsi profondamente alla nostra isola facendo una scelta di vita che equivaleva a una meravigliosa dichiarazione d’amore.

    Proprio l’amore è il sentimento che ha pervaso prima la Unipol Domus, sede della camera ardente e meta di un incredibile pellegrinaggio durato quasi un giorno intero, e poi il sagrato e la Basilica di Bonaria, sede dei funerali. Decine di migliaia di persone hanno voluto salutare per l’ultima volta la figura ormai leggendaria che caricò la squadra rossoblù sulle sue spalle e con le sue giocate e i suoi gol prima la portò in Serie A, dove non era mai stata, e poi al trionfo più bello, quel meraviglioso scudetto tuttora irripetuto e forse irripetibile.

    Tanti tifosi associano a Gigi Riva ricordi, aneddoti e le emozioni provate in quegli splendidi anni. Ma all’ultimo saluto hanno voluto esserci sia i tifosi di allora, sia i supporter di oggi. Tanti uomini e donne di ogni età, appassionati di calcio e non, tanti bambini. Persone letteralmente innamorate di Rombo di Tuonoper averne ammirato le gesta o per aver ascoltato, rapiti, i racconti di genitori e nonni.

    Gli applausi all’arrivo del feretro sono le prime, vere vibrazioni di un pomeriggio triste, emozionante e indimenticabile.

    Nella Basilica alcuni compagni della fantastica cavalcata tricolore: Tomasini, Greatti, Brugnera, Reginato e Copparoni, all’epoca portiere delle giovanili. C’è il Cagliari Calcio al completo, con in testa il Presidente Giulini, il DS Bonato e Mister Ranieri; alcuni ex rossoblù come Daniele Conti, Piras, Selvaggi (unico campione del mondo nella storia del Cagliari), Pisano, Acquafresca, Quagliozzi e Gattelli. Non sono voluti mancare i Campioni del Mondo del 2006 rappresentati da Buffon (attuale Capo delegazione della Nazionale) Cannavaro, Perrotta, Peruzzi e Amelia. Ci sono il CT della Nazionale Spalletti e due grandi ex azzurri come De Sisti e Tardelli. A rappresentare la FIGC il Presidente Gravina e gli ex Presidenti Abete (attuale Commissario della Lega Nazionale Dilettanti) e Carraro. Presenti anche il Presidente della Lega Pro Marani e il suo vice Zola, oltre al Presidente del settore tecnico della FIGC Albertini. All’interno del santuario anche il numero uno del CONI Malagò e il Ministro per lo sport e i giovani Abodi. Hanno raccolto l’invito a partecipare circa 150 sindaci provenienti da varie zone dell’Isola. Presenti il Sindaco e il Vicesindaco di Leggiuno (dove è stato proclamato il lutto cittadino), Parmigiani e Fantoni, che sono stati ricevuti in Municipio dal Sindaco di Cagliari Truzzu.

    All’esterno, tante corone di fiori. Ne ha inviato una il Presidente della FIFA Infantino, una la FIGC. Ci sono gli omaggi di Cagliari Calcio, Milan e Sampdoria. C’è una corona degli Sconvolts. Tra le tante composizioni floreali, un cuore con un centinaio di rose inviato da Paola Cortellesi, moglie di Riccardo Milani, regista del docufilm “Nel nostro cielo un Rombo di Tuono”, anche lui presente alle esequie. Tante le sciarpe del Cagliari appese a una ringhiera all’ingresso della Basilica. E poi omaggi fotografici, bigliettini e cartoline scritte a mano con dediche a Riva. Alle 16, le sirene delle navi ormeggiate al porto di Cagliari suonano all’unisono per celebrare e salutare il grande campione.

    I funerali solenni vengono officiati da Monsignor Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario generale della CEI. Durante l’omelia, dopo un riferimento allo sport che porta a dare il meglio di sé nell’educazione della mente e del corpo, nella perseveranza, nella lealtà e nel coraggio, nella collaborazione con gli altri e nell’amicizia, Monsignor Baturi sottolinea che «in questi giorni abbiamo celebrato tutto questo in Gigi Riva, ma anche, e forse soprattutto, altro. Abbiamo ricordato i meriti dello sportivo e ammirato la grandezza dell’uomo, la sua generosità e riservatezza, quella profondità di amore e dolore, di passione e malinconia, mai gridata, che si lasciava leggere con schiettezza ma mai possedere, che non si poteva né vendere né comprare».

    La folla presente ai funerali di Riva. (foto Cagliari Calcio)

    Dopo aver ricordato la sua famiglia, i figli Mauro e Nicola, e il cuore di Cagliari che ora lo saluta e prega per lui, Baturi conclude l’omelia con un toccante saluto a Riva: «Che nulla, o Signore, vada perduto. Molte sono le immagini di questi giorni, la maggior parte delle quali fissano l’eleganza della corsa, la bellezza e la potenza del gesto. E poi, dopo la rovesciata di Vicenza o il sinistro di Città del Messico, quella esultanza spontanea, come tutti noi da bambini, a braccia alzate, guardando il cielo e correndo incontro all’abbraccio dei compagni. Corri di nuovo, caro Gigi, e tendi ancora quelle tue lunghe braccia al cielo, corri e guarda in alto. Noi oggi preghiamo perché il Signore ti venga incontro e ti abbracci in quella dimora dove potrai conoscere la Verità e vivere l’Amore senza ombra e senza fine. Dio sia la tua dimora per sempre, insieme ai tuoi cari genitori, alla tua amata sorella Fausta e a tutti i tuoi cari. Vivi nella pace».

    Al termine della celebrazione, un po’ a sorpresa, l’intervento di Nicola Riva emoziona tutti. Visibilmente commosso, il figlio del bomber rossoblù, anche a nome del fratello Mauro, ringrazia tutte le persone che sono state vicine alla famiglia Riva in questi giorni. Rende omaggio al Cagliari Calcio nella persona del Presidente Giulini, a tutte le istituzioni dello sport presenti, al Presidente Mattarella per le parole spese su Gigi Riva. Ma in modo particolare ringrazia le persone che nelle ore precedenti al funerale hanno reso omaggio a Riva alla camera ardente: «Io e mio fratello abbiamo cercato di stringere la mano a ognuno di loro ed è stato molto emozionante vedere persone che non l’hanno mai conosciuto, tanti anziani e bambini. Ci dicevano ‘è stato un grande uomo’, non solo un grande calciatore. Le persone piangevano col cuore, facevano le condoglianze a noi, ma a me veniva da farle a loro. Perché non è andato via solo nostro padre, ma un familiare di tanti sardi e di tante persone che gli volevano bene. Questa è la sua gente, la gente che quando è arrivato qui a 18 anni gli ha dato una famiglia, qualcosa che lui aveva perso quando era bambino». Il discorso viene accompagnato dai ripetuti applausi che partono dal sagrato della Basilica. Negli ultimi passaggi del suo intervento, Nicola Riva parla in modo intimo dell’ultima fase della vita del papà scomparso da poche ore: «Negli ultimi anni, dopo aver ricevuto il Collare d’oro del CONI, papà si era chiuso in casa. Ai cagliaritani sarà dispiaciuto non vederlo in giro e nel suo solito ristorante. Era uno che faceva sempre le stesse cose (sorride e strappa un sorriso). Egoisticamente, come figli, eravamo felici perché ce lo siamo goduti di più e con noi le nostre figlie. Spero con tutto il cuore che ora papà possa rivedere in cielo la sua mamma, la persona che ha amato di più nella vita. Lunedì se n’è andato come voleva lui, perché non lo convinceva nessuno. È stato hombre vertical fino alla fine e anche lunedì ha deciso quello che voleva fare».

    Il lungo applauso al termine dell’intervento di Nicola Riva e le lacrime che rigano il volto dei presenti testimoniano che l’inaspettato ringraziamento è arrivato dritto al cuore.

    Le note di “Quando Gigi Riva tornerà” di Piero Marras, diffuse sul sagrato della Basilica, accompagnano l’uscita del feretro, portato a spalla da Buffon, Cannavaro, Peruzzi, Selvaggi, Zola, Amelia, Tomasini e Reginato. Poi il lungo e sentito omaggio degli Sconvolts, i tifosi della Curva Nord, che scandiscono alcuni cori. Prima del lento corteo, riservato alle persone più vicine alla famiglia, che accompagna la bara al Cimitero Monumentale di Bonaria, dove Gigi Riva riposerà.

    Si è chiusa una meravigliosa pagina di calcio, di sport, di vita. Leviamo gli occhi al cielo, provati dall’emozione. Osserviamo il mare che luccica e il sole che si perde dietro i monti. Ora nel nostro cielo ci sono uno stupendo tramonto e un meraviglioso Rombo di Tuono.

    Luca Pes

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