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    Cagliari, il saluto a Ranieri e la lunga notte dei ricordi e degli addii

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    Ci sono partite di calcio dal sapore speciale. Serate da incorniciare. Momenti da custodire gelosamente nello scrigno dei ricordi più preziosi. Quella di Cagliari-Fiorentina verrà ricordata come una delle serate più emozionanti dell’intera storia rossoblù. A partire dal sempre dolce ricordo di Davide Astori, che ha indossato con orgoglio le maglie di entrambe le squadre. Un dolore che nemmeno le lacrime che sgorgano al minuto 13 di ogni incontro tra rossoblù e viola potranno mai cancellare. Così come è incancellabile, ancora fresco nel cuore e nella mente, il ricordo di Gigi Riva, celebrato con una vecchia immagine che lo ritrae e la scritta «dedicata a te» (la salvezza, ndr) trasmessa sul maxischermo dello stadio.

    L’addio al Cagliari, e forse al calcio (ma «se dovesse arrivare la proposta di una nazionale la prenderò in considerazione», ha dichiarato pochi giorni fa a Giorgio Porrà su Sky sport), di Claudio Ranieri è una sequenza di momenti difficili da scordare. Prima del match, in Curva Nord compare uno striscione firmato “Sconvolts” che recita: «Eterna riconoscenza per un grande uomo. Grazie Mister!». Le due squadre (Ranieri ha allenato anche la Fiorentina per quattro stagioni), gli arbitri e tutti i presenti allo stadio gli tributano un lungo applauso prima del calcio d’inizio, ma è soprattutto il post partita a essere tutto del Mister romano. Entra in campo presentato a gran voce da Pavoletti, per una notte in versione speaker. Bacia la moglie, la figlia e i due nipotini, cammina sorridente e scherzoso tra i calciatori e lo staff del Cagliari schierati per il pasillo de honor. Sul maxischermo dello stadio scorre un video celebrativo che ripercorre le tappe fondamentali di Ranieri nel capoluogo isolano, tra inaspettate promozioni e miracolose salvezze. Poi il Mister prende il microfono e dedica un toccante discorso al pubblico cagliaritano: «Dovrete stare sempre vicini a questi ragazzi finché daranno tutto in campo. Potranno sbagliare, ma se voi soffiate dietro cammineranno sempre a testa alta. Quando giocano questi ragazzi pensano a tutti voi. Pensano all’Isola, a quanto soffrite, alle difficoltà che avete per viaggiare, per starci vicino anche in trasferta. Credetemi, questa è la miglior spinta che un giocatore può avere, sentire che dietro c’è un popolo che trepida per loro. Vi ringrazio di vero cuore». È standing ovation. Lascia il terreno di gioco dopo un giro di campo carico di emozioni, pensieri, saluti, sorrisi, mano nella mano coi nipotini Orlando e Dorotea, con la sciarpa rossoblù al collo. Quasi a voler dire: «Non voglio andarmene, facciamo durare questo abbraccio il più a lungo possibile».

    Dopo le interviste alle TV, il gran finale in sala stampa, accolto dall’applauso dei giornalisti. Una conferenza finalmente libera dalle tensioni che hanno inevitabilmente accompagnato tanti post partita in questa stagione e tanti momenti della sua carriera. Domande e considerazioni sul Cagliari di oggi, su questo anno e mezzo in panchina, sulla promozione di Bari e sulla salvezza conquistata contro il Sassuolo. Trova così spazio un ricordo di Riva, determinante sulla sua scelta di tornare in Sardegna: «Gigi Riva non c’è più, ma devo ringraziarlo perché è lui che mi ha dato il là per questa scelta. Ho così realizzato un nuovo sogno». Una breve digressione sul Cagliari degli Orrù e di Carmine Longo (DS dell’epoca) che lo ha lanciato nel palcoscenico dei grandi. Qualcuno gli fa semplicemente i complimenti. Altri lo ringraziano per aver incarnato i veri valori dello sport. Poi un rapido ritorno al pomeriggio di Cagliari-Lazio (1-3), quando le sue dimissioni avrebbero potuto interrompere anzitempo la sua esperienza sulla panchina rossoblù. Dimissioni solo ventilate? «Se i ragazzi non si fossero opposti io sarei andato via. – afferma il Mister – Quando dico una cosa non scherzo. Se i ragazzi non mi avessero detto di voler lottare tutti insieme, con me, per mantenere la Serie A conquistata a Bari, io quel giorno sarei andato via perché ero convinto che i ragazzi avessero bisogno di un elettroshock. Non era una mossa per far reagire la squadra, non mi aspettavo che la squadra si opponesse». Poi una battuta sul suo futuro: «Volevo chiudere il cerchio così, in questa maniera. Lo sognavo e il sogno a occhi aperti ora è meraviglioso. Cosa farò da domani? Vi leggerò! (ride, ndr)».

    Ma quella di giovedì, a otto anni esatti dal “Conti Day” che regalò tantissime emozioni nel vecchio Sant’Elia, non è stata solo la serata di Ranieri. Al passo d’addio anche Nandez, che al termine della partita è stato “fagocitato” dalla Curva Nord che lo ha voluto stringere in un forte abbraccio. L’ufficialità è arrivata nella giornata di ieri, quando “El León” ha salutato i tifosi con un videomessaggio pubblicato sui social del Club. Il centrocampista lascia il Cagliari dopo cinque stagioni, in cui ha indossato 165 volte la maglia rossoblù, mettendo a segno sei gol. L’uruguaiano si è legato all’Al Quadisya, club della Saudi Pro League (Arabia Saudita) con un contratto triennale (si parla di 10 milioni a stagione).

    Saluta anche Aresti, subentrato per pochi minuti, giusto in tempo per incassare il rigore del definitivo 2-3 (sì, si è giocata anche una partita!) messo a segno da Arthur: «Non potete immaginare quanto avrei voluto parare quel rigore. – scrive sui social – E sono sicuro che tutti i 16000 della Unipol Domus  insieme a me, abbiano sognato quel finale da favola che sembrava quasi un segno del destino». Ultimi minuti in rossoblù anche per Mancosu, subentrato nel recupero. Due figli di Sardegna che lasciano, altri giocatori dal futuro incerto. A partire da Pavoletti, che potrebbe rinnovare per un altro anno, e Viola, anche lui in scadenza, molto apprezzato dai tifosi e da tutto l’ambiente. Con tutta probabilità lasceranno Cagliari per fine prestito Petagna e Gaetano, potrebbero tornare ai rispettivi club di appartenenza anche Shomurodov (elevata la cifra del riscatto) e Oristanio (possibile comunque il rinnovo del prestito).

    Intanto, dopo la salvezza, è scattata la possibilità da parte del Club di rinnovare il contratto di Yerry Mina fino al 2025. Il Cagliari molto probabilmente ripartirà da lui e da altri calciatori esperti come Scuffet, Augello e Lapadula che dovranno fare da chioccia ai vari Obert, Prati, Sulemana e Luvumbo, sempre che quest’ultimo non finisca sul mercato. Senza dimenticare chi potrebbe rappresentare la novità assoluta, come la bella speranza Kingstone Mutandwa, autore di uno splendido gol al quinto scampolo di partita in Serie A.

    Durante il match, la Curva Nord ha esibito uno striscione indirizzato a Giulini: «Pretendiamo rispetto, programmi e chiarezza… non basta la salvezza!». Una legittima richiesta da parte dei tifosi, che aspettano con ansia di conoscere il futuro del Cagliari, a partire dall’allenatore che siederà in panchina la prossima stagione. Si fanno i nomi di Juric, Baroni e Dionisi, qualcuno parla di Nicola dell’Empoli, il cui destino passa dall’esito del campionato dei toscani.

    Ora il rompete le righe, tra pochi giorni inizierà il toto-mercato. Tanto lavoro per il DS Bonato e il nuovo Mister che dovranno provare a regalare al Cagliari e a tutti i tifosi rossoblù una squadra che abbia un’identità precisa e la capacità di elevare i propri obiettivi anno dopo anno.

    Intanto il Ranieri bis è andato in archivio. Sono ormai passati 36 anni dal suo primo approdo in Sardegna, il Mister ha girato l’Italia e l’Europa, ha raccolto successi (uno su tutti, la Premier col Leicester), ma soprattutto ha riscosso tanti consensi, guadagnandosi il rispetto dei suoi giocatori, degli avversari, degli addetti ai lavori e, trasversalmente, di tutti i tifosi. È calato il sipario su una meravigliosa storia di sport, di calcio, ma soprattutto di vita. Durante la quale, per dirla col Mister, niente accade per caso: «La fortuna nella vita devi andartela a prendere, non ti cadrà addosso. Dietro ogni uomo vincente c’è un duro lavoro. Il proprio destino è sempre da guadagnare e io sono stato un uomo fortunato».

    Siamo stati molto fortunati anche noi cagliaritani ad avere Claudio Ranieri sulla panchina rossoblù per quattro stagioni e mezzo, durante le quali sono stati compiuti cinque miracoli sportivi. Ma siamo stati fortunati soprattutto perché abbiamo conosciuto un autentico gentiluomo, ormai merce rara nel calcio dei giorni nostri.

    Da oggi ci sentiamo tutti più soli. Ma ripensando al Mister, quando saremo in difficoltà, «prenderemo delle libecciate» o tutto sembrerà perduto, potremo cantare ancora una volta: «Risorgeremo, lo ha detto Claudio Ranieri!».

    Grazie di tutto, Sir Claudio

    Luca Pes

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